Altro post, altra storia. Oggi mi va di raccontarvi una bella storia, una di quelle che ti scaldano il cuore.
Era il lontano 1977 e cominciavo la mia avventura liceale. Non è stata subito la mia compagna di banco ma, al primo sguardo, al primo scambio di battute capii che sarebbe stata una “compagna speciale”; e non mi sbagliavo! In quegli anni con LEI ho condiviso tutto: le gioie, i dolori, le ansie per le interrogazioni, i pomeriggi a studiare, i cazzeggi a ricreazione e, qualche anno dopo, anche gli amori. Si, avete capito bene, abbiamo superato anche questo e non una volta sola, bensì due. Lo so che siete curiosi ma se mi mettessi a raccontare i particolari dovrei optare per un romanzo e non per un post e per giunta di food! Fra grandi litigate, quasi sempre attraverso un diario (che ancora conservo) e periodi di sinergia perfetta, terminammo il liceo. Le nostre strade si divisero; io mi imbarcai, senza troppa convinzione, in un percorso di studi giuridici, lei, con l’ entusiasmo di sempre, scelse lingue e letteratura straniera. Eravamo comunque sempre in contatto e anche se gli impegni di studio, le diverse frequentazioni, ci impedivano di vederci con una certa regolarità, tutte le volte che nella nostre vite accadeva qualcosa di importante c’eravamo sempre, l’una per l’altra. Arrivammo al matrimonio quasi senza accorgercene, lei qualche anno prima di me diventò anche mamma e si trasferì in un’altra città. Poi altra figlia, altra città, altro marito, altra città. Io, due figli, stessa città, stesso marito. Da qualche tempo le cose sono cambiate sopratutto per lei che è tornata a casa, di nuovo da me e anche se il tran tran quotidiano non ci consente di trascorrere tanto tempo insieme, vi posso assicurare che, tutte le volte che riusciamo a vederci ci teletrasportiamo in quel lontano 1977 ed io come allora mi sento di ridere con lei, piangere e sfogarmi con lei, commuovermi con lei, fare progetti con lei. E c’è una cosa che ricordo sempre; quella prima mattina insieme in cui decidemmo (prima volta per entrambe) di marinare la scuola. Ci beccò un temporale che la costrinse, con tacchi rossi e vestitino bianco, a camminare sulle pozzanghere e, scoppiando a piangere mi rivelò tutta la sua fragilità. Io, in un primo momento, non sapevo come reagire, la conoscevo da appena un giorno ma, davanti a quel pianto, mi venne spontaneo abbracciarla e farle coraggio. Non sapevo ancora quante volte avrei dovuto abbracciarla!
Tutto questo solo perché la prima volta che assaggiai i bagel a New york, nel lontano 1992, ero con lei.
Ingredienti per 9 bagel
330 di farina o
150 g di farina integrale (Petra 9)
250 ml di acqua tiepida
30 g di burro morbido
20 g di zucchero
10 g di sale
5 g di lievito di birra fresco
1 uovo medio
1 uovo e poco latte per spennellare
semi vari
E’ un impasto abbastanza semplice che può essere gestito anche a mano con lo stesso ordine di inserimento che ho usato io nella planetaria. Inserite l’acqua con il lievito, lo zucchero e l’uovo nella planetaria con frusta piatta. Mescolate a bassa velocità fino ad amalgamare il tutto e inserite le farine e il sale. Aumentate la velocità (di poco) e mescolate fino ad ottenere un impasto abbastanza sodo. A questo punto inserite il burro morbido a piccoli pezzetti. Quando l’impasto ha assorbito anche il burro togliete l’impasto dalla macchina e lavoratelo a mano quel tanto che basta a renderlo liscio, poi, mettetelo a riposare, coperto con pellicola, per un’ora scarsa, dentro il forno spento. Trascorso il tempo troverete l’impasto raddoppiato, travasatelo sul piano di lavoro spolverato di farina e formate un tronco dal quale ricaverete 9 pezzi di circa 95 g ciascuno. Formate ciascun pezzo a palla con un movimento rotatorio della mano sul piano. Al centro di ciascuna palla formate con il dito un foro cercando di allargarlo il più possibile.
Ponete i bagel a lievitare ciascuno in un pezzetto di carta forno poggiato su una teglia. Questa operazione vi faciliterà il momento di tuffarli in acqua. Dopo circa 1 ora mettete una pentola a bollire con un pizzico di sale. Abbassate la fiamma e tuffate ciascun bagel in acqua con tutta la carta che, dopo qualche secondo si staccherà e potrete toglierla con facilità.
Dovranno cuocere 4 minuti circa per lato. Toglieteli con una schiumarola e poggiateli, ben scolati, su una teglia foderata di carta forno. Spennellateli con un tuorlo al quale avrete aggiunto 2 cucchiai di latte e un pizzico di sale. Io ho messo semi di cumino, finocchio, semi di zucca e sesamo ma voi potete sbizzarrirvi come volete, anche mischiando più semi nello stesso bagel.
Vanno al forno statico a °C 200 per circa 20 minuti. Rimane sempre valida la regola di picchiettarli sul fondo, appena usciti da forno per vedere se “suonano vuoti”. Io li ho riempiti con formaggio morbido, erborinato all’aglio, e salmone affumicato. Potete tranquillamente surgelarli.
sandra dice
ti trovo per caso ma l’immagine del vestitino bianco e le scarpette rosse ha aperto una breccia.
bellissime le amicizie che non si perdono nel tempo, quelle vere, quelle reali.
fortunatamente ne ho una anch’io così.
e per i bagel… non mi cimento mai, mi fa un certo non so che l’idea di bollirli! bellissimi i tuoi.
buona giornata
Sandra
veronica dice
una storia che tocca nel profondo come questi bugel che ti sono venuti alla perfezione
e complimnetii per il sito stupendo.
L'avvocato nel fornetto dice
Grazie Veronica
Forno Star dice
Innanzitutto complimenti per la nuova veste del blog, è bellissimo.
Secondo tutto, bellissima storia, emozionante e davvero che scalda il cuore…
E terzo, vorrei assaggiare quei bagel… magari quando finirò il digiuno! 😉
stefania dice
Le amicizie vere scaldano il cuore quanto più di una cioccolata calda … e non fanno nemmeno ingrassare!
E dopo questa perla di saggezza pomeridiana, ti mando un bacio e ti dico che i tuoi bagel sono perfetti!