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L'avvocato nel fornetto

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Home » Le stigghiole di agnello

Le stigghiole di agnello

27 Aprile 2014 Di L'avvocato nel fornetto 10 commenti

 

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Mai, dico mai, avrei pensato di riuscire a proporre nel mio blog questo piatto che, seppur palermitana fino all’osso, non sono mai riuscita a mangiare, quanto meno per strada. Tutti conoscete, anche solo per fama, le “stigghiole”, piatto cult dello street food palermitano. Si tratta di un involucro di cipollotto e prezzemolo avvolto nella rete che contiene le interiora dell’animale e completato, a chiusura, con le budella dello stesso. Non so quanti di voi abbiano visitato Palermo ma, chi lo ha fatto, sicuramente ricorderà il forte “odore” (nonché la colonna di fumo che si eleva in cielo) che aleggia in certi quartieri cittadini; non si può dimenticare! Al calar della sera (a volte anche di mattina) è facile incontrare i venditori di “stigghiole” che cominciano a preparare le braci per arrostirle, la caratteristica, infatti, è proprio quella di essere arrostite, a fuoco caldo, in modo che tutto il grasso della rete coli sulle braci esalando in tutto il suo splendore e conferendo all’alimento quel sapore caratteristico e unico.

Mi sono sempre chiesta: come sono (e se sono) pulite le budella dell’animale ma, sopratutto, di che animale sono? E ora, dopo che la star Emmeticina di questo mese, “Beuf à la mode”  ha proposto la sfida sul quinto quarto, ho dato una risposta alle mie domande.

Mi sono rivolta al mio pusher campagnolo per assicurarmi delle interiora di agnello. A tal fine ho organizzato un viaggio di ben 100 chilometri munita di borsetta termica per far sì che il tutto arrivasse il prima possibile e poi, contenuto alla mano, ho iniziato il lavaggio del secolo eliminando in toto quello che i palermitani chiamano fattore G (“grascia”). Dalle 15,30 fino alle 19,30 (ben 4 ore: sarò stata forse esagerata come ha detto mio marito?) la mia cucina si è trasformata in una macelleria. L’olezzo delle interiora vagava per tutta la casa e, come se non bastasse, ho dovuto lottare con il mio cucciolo di cane che, da pochi giorni adottato in casa mia, avrà certo pensato: sono finito nel posto giusto!

Alla fine ho vinto, e devo ammettere che avendo la certezza sia della provenienza sia della maniacale pulizia sono riuscita ad assaggiare quelle che per molti sono una prelibatezza, e sapete una cosa? Hanno ragione.

Ringrazio pubblicamente i miei amici Giovanna e Filippo senza i quali questa sfida, MTC n. 38,  non si sarebbe concretizzata. Loro, infatti, mi hanno messo a disposizione il loro terrazzo e la loro griglia per cuocerle …. sarebbe stato altrimenti impossibile farlo a casa!

 

Ingredienti per  8 stigghiole

tot “rete” di animale

tot.  metri di budella

prezzemolo fresco con i gambi

cipollotto f resco

50 g di caciocavallo grattugiato

sale

pepe

Come avete intuito le dosi non possono essere precise. Considerate che mi è stata consegnata la sacca di un animale con tutte le interiora (che non ho utilizzato), la cosiddetta coratella, e le budella dello stesso che non ho utilizzato in toto altrimenti, visto il tempo necessario per lavarle a dovere, avrei fatto notte.

Districate, senza romperle, le budella, proprio come fareste con un gomitolo di lana. Una volta individuato un capo allargatelo delicatamente e fate in modo di far scorrere l’acqua dal rubinetto all’interno delle stesse. Questa operazione va ripetuta più volte fino a che l’acqua esce limpida.

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Posizionate la rete dell’animale s u una base e ricavatene circa 8 pezzi. Su ogni parte disponete 2 steli di prezzemolo, un pezzo di cipollotto in tutta la lunghezza, una spolverata di formaggio e il pepe. Arrotolate la rete sul suo contenuto cercando di chiudere bene tutto il contenuto.

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A questo punto cominciate ad attorcigliare l’ involucro con le budella, stringendo bene.

 

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Una volta ottenuti tutti i salsicciotti cuoceteli sulla brace. Io, trovandomi in città, ho optato per una griglia elettrica che, a parte l’evidente fastidio di dover lavare una griglia colante di litri di grasso, ha onorevolmente assolto al suo dovere che è quello di conferire un’affumicatura alle stigghiole ma sopratutto quella di “asciugare” il grasso della rete dopo aver rilasciato il sapore e la giusta umidità alla preparazione. Viva Palermo, viva le stigghiole!

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 Con questa ricetta partecipo all’ MTC n. 38

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Commenti

  1. daniela dice

    29 Aprile 2014 alle 15:01

    Che follia, Fina, hai organizzato per il gioco!!! Mi hai ricordato l’Araba e le sue peregrinazioni alla ricerca degli ingredienti impossibili!!! Straordinaria ricetta tradizionale, che non ho mai avuto la fortuna di assaggiare. Davvero un lavoro titanico, a cominciare dal lavaggio infinito… Però la riuscita invoglia decisamente all’assaggio!!! Grazie!
    Dani

    Rispondi
  2. lagaiaceliaca dice

    28 Aprile 2014 alle 1:01

    accidenti fina, ma questa è una dichiarazione d’amore all’MTC, altroché!!!
    e sai che ti dico? a leggere come le hai preparate, con così tanto amore e dedizione, comincio a pensare che le potrei mangiare anch’io… ed è un piatto che invece d’acchito non avrei mai osato.
    bravissima e coraggiosissima!

    Rispondi
  3. sandra pilacchi dice

    27 Aprile 2014 alle 20:38

    porca miseria come le assaggerei volentieri!
    Sandra.

    Rispondi
  4. stefania dice

    27 Aprile 2014 alle 17:09

    e io, da scarsa palermitana quale sono, non sapevo nemmeno che nelle stigghiole ci andasse la rete. un plauso a te, che ti sei cimentata nell’arrostitina cittadina, e a Rum, che è riuscito a non mangiare tutto prima del tempo!!!

    Rispondi
  5. Forno Star dice

    27 Aprile 2014 alle 16:36

    Ecco, dopo averti detto dal vivo che sei una pazza, ti dico pure che probabilmente le tue sarebbero state le uniche che avrei assaggiato… io non amo molto il fattore G, che per molti è un valore aggiunto…
    E poi, dopo un GRANDE a te, un evviva a Giovanna e Filippo, che ancora ricordano le tue stigghiola, non solo per la loro bontà! 😀

    Rispondi
  6. Arianna dice

    27 Aprile 2014 alle 16:22

    Io mi inginocchio davanti a te…. non posso fare e dire altro! :O
    STREPITOSA!!!

    Rispondi
  7. cristiana dice

    27 Aprile 2014 alle 16:07

    Come direbbe mia figlia: “Ti amoooro”. Le stigghiole le conosco, si che le conosco e sono di quesi sapori che ho impressi nella memoria, legati per sempre alla mia prima volta a Palermo…Bambina ma con i gusti già chiari: riportai da quella vacanza il sapore del panino co la meusa, dei cannoli siciliani e di questa tua prelibatezza! La cosa grandiosa è che son di quei piatti che sembra che si possano trovare solamente così…già belli e pronti, come se venissero partoriti dall’animale già preparati, insomma di quelle cose che ti sembra impossibile da fare in casa…Tu invece parti con la tua borsetta, ti facci 100 km (che in Sicilia equivale a dire che praticamente te la sei attraversata da un capo all’altro!) e ti metti al lavoro….e ti dico, con tutta la stima possibile, ti ammiro. Mi cimentai con la pulizia dei budelli la volta che provai a fare le salsicce in casa, sempre per un MTC, solo che ha vissuto l’esperienza può comprendere a fondo la situazione: l’odore è un qualcosa che va oltre, ti si ficca nel naso e sembra che sia impossibile mandarlo via…anch’io attaccai il budello al cannello dell’acqua e feci scorrere, e scorrere e scorrere…ci ficcai di tutto, anche l’aceto e, avessi potuto, ci avrei messo anche la candeggina!!! Quindi solo per la preparazione del tutto ti dico grazie, e ancora grazie, anche a tuo marito e al cucciolo che avrà sofferto in silenzio (spero che qualche piccolo avanzo tu glielo abbia donato!). Per la cottura, oltre a Giovanna e Filippo, chi devo ringraziare? Anche tutto il vicinato mi sa! Hai ragione non c’è miglior cottura per questo piatto che la griglia…anzi credo non ci sia questo piatto senza griglia: indissolubili l’uno dall’altra! Ti perdono (:-)) sul fato della brace….certo potevi partire con le stigghiole nella borsa termica e con la griglia in mano, farti una bella pettata fino all’Etna, e cuocerle sulla cima! Grazie bella donna, veramente grazie! cri

    Rispondi
  8. Mapi dice

    27 Aprile 2014 alle 11:13

    Solo tu, Fina, solo tu!!!!
    Affrontare un viaggio di 100 km armata di borsa termica, lavare le budella sotto acqua corrente per 4 ore, tenere a bada il cucciolotto (che SICURAMENTE è arrivato nel posto giusto, indipendentemente dal fatto che a quelle budella non si sia potuto avvicinare) e infine cimentarti in una preparazione del genere, è una cosa che solo tu potevi fare.
    E sai una cosa? Le tue stigghiole sono anche le uniche che assaggerei, perché pure io mi domando sempre in che modo siano state pulite le budella e in quali condizioni igieniche siano state preparate le stigghiole, ma a differenza di te, mai mi sarei cimentata…
    GRAZIE!!!!!

    Rispondi
    • L'avvocato nel fornetto dice

      27 Aprile 2014 alle 11:44

      E allora Mapi ti aspetto per fartele assaggiare!

      Rispondi

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